Per due anni ogni mattina mi sono alzata per venire da te.
Da te sono giunta e mi sono spogliata dei miei abiti, per vestire i tuoi, per essere come tu mi volevi. Sono rimasta da te ogni giorno per lunghe ore, a volte infinite. Quelle ore che mi avevi richiesto. Quelle che volevi rimanessi con te.
Ne ho sopportate per non perderti.
Bocconi amari e giorni di vita negati. Ho sopportato le persone che ti gravitavano intorno, seppure qualcuna l’avrei ben vista su una parete spiaccicata a mo' di quadro, scomposta, come un Picasso.
A te ho donato tempo prezioso sottratto ai sogni e ai miei progetti di vita. I progetti più grandi, quelli in cui sentivo di non poterti includere.
Da te ho imparato che l’indipendenza è linfa vitale per me, forse più che per altri.
Da te ho imparato la pazienza, ché tante volte l’hai messa alla prova con quella superbia di chi sa che di lui necessiti, per vivere, per questo non lo tradirai.
Tu avevi l’aspetto sicuro di colui che sa che può averne altre mille, altre cento, come me, ma chissà, forse, anche meglio.
Da te ho imparato la sensazione di sentirmi precaria, appesa ad un filo sottile, ed ho imparato ad osservarti mentre dall’alto minacciavi sadico di reciderlo quel filo, con un colpo di forbice. Netto.
Ho imparato a non ribellarmi troppo che se ti perdevo avrei perso qualcosa di importante e questo lo sapevo.
Per te il tempo s’è fatto agnello sacrificale. E per due anni io immolavo agnelli alla tua indifferenza.
Poi, tu, in una tiepida mattina di primavera hai deciso che potevo andarmene via. Lasciarti.
Mi hai detto “Prendi i tuoi abiti, rivestiti, l’uscita sai dov’è”. E me lo hai detto senza degnarti di darmene alcun sentore prima. Sei stato fulmine quando il sole è alto e caldo e il cielo è terso.
Per questo, mio caro LAVORO, tu non meriti altro che un sonoro "Vaffanculo". Senza mezzi termini che tu con me non ne hai avuti e io t’ho già dato troppo.
Capita così che una mattina come tante altre ti svegli e te ne vai al lavoro, la mattina dopo ti svegli e il lavoro non ce lo hai più. E colei che te lo comunica, La Grande Capa, che quello ha preso un’altra strada e non ti vuole più vedere, adduce motivazioni tanto ridicole quanto insensate, che quasi sanno di barzelletta e ti strappano pure un amaro sorriso:
“I nostri caratteri non sono compatibili” dice La Grande Capa nel riprendersi Mr. Lavoro.
“Beh non avevo mai pensato di sposarti”.
“Non credo d’averti fatto un grosso danno.”
“Beh Grande Capa, allora il prossimo mese l’affitto pagalo tu. Fanno 550 euro, le coordinate bancarie le sai”.
Addio Mr. Lavoro. Dicono che nobiliti l’uomo. Io non l’ho ancora capito se la fase in cui lo nobiliti arriva prima o dopo che lo hai reso, irrimediabilmente, schiavo.
Dolce Silvia,
RispondiEliminasono immensamente dispiaciuta per te, non sai quanto.
Fossi io al posto di Grande Capa ti terrei stretta stretta e non ti lascerei mai andare via, MAI!
Ma come dici tu " non si può piacere a tutti" ed io aggiungerei "non si deve piacere a tutti" soprattutto a chi non piace a noi. Ho imparato che lavorare dove non si sta bene oltre ad essere una gran perdita di tempo è anche triste... io almeno così mi sentivo quando mi è capitato di trovarmi nella stessa situazione, e mi è capitato tantissime volte.
E' vero che i soldi fanno comodo a tutti e che essere indipendenti è una cosa bellissima, ma posso assicurarti che fra un pò di tempo, quando riuscirai a vedere le cose con un pò più di distacco, dirai(magari non con queste parole ma io lo direi così): " Vaffanculo lavoro di merda e Vaffanculo Grande Capa del cazzo!!" ( scusa la volgarità ma quando ci vuole ci vuole)
Il destino è favorevole alle persone come te. Sei bella anzi bellissima, dolce, intelligente, profonda, sveglia, onesta e amabile.
Un abbraccio dalla donna che un tempo ti disse che se fosse stata maschio ti avrebbe sposato subito.
Grande Capa del Cazzo resterà sempre rinchiusa nel suo metro quadro di invidia e pillole dietetiche, tu invece hai una strada molto più lunga davanti, e i sogni e i progetti più grandi ti aspettano sempre, anche per due anni, affinchè tu li riprenda. Ed hai una gatta, e un fratello, che ti sosterranno sempre fino a quando non li avrai realizzati. E non resterà altro, poi, che ridere in faccia a Grande Capa del Cazzo, che della forza di Candy non ne ha neanche con mille integratori.
RispondiEliminaQuello che ti è successo è scioccante ed ha dell'incredibile. Essere licenziati dopo due anni che si lavora in un posto, con le stesse persone, dopo che tutte le abitudini quotidiane si incastrano con quei tempi deve essere una cosa terribile. Però io credo che devi vedere tutto questo come una grande opportunità. Hai un grande talento, ce lo dimostri ogni volta che scrivi su questo blog. Io credo che chiunque ti voglia bene vorrebbe sapere che tu vivi scrivendo. Se non fosse così sarebbe un enorme peccato. Uno spreco. I sogni non vanno chiusi mai in un cassetto: tirali fuori, noi tutti non vogliamo smettere di leggerti...
RispondiEliminaIn bocca al lupo dolce Candy.
Se fossi un datore di lavoro io t'assumerei subito. Anzi no. Perché hanno ragione quelli che mi hanno preceduto nei commenti. Qualsiasi altro posto di lavoro che non ti veda dietro una scrivania a scrivere è un posto di lavoro dietro il quale si spreca un dono. Quello di saper mettere così bene in fila le parole da farne ogni volta qualcosa di piacevolissimo da leggere. Io, quando leggo i tuoi post, spero sempre che durino di più. E spero un giorno di poter leggere un tuo libro, o che ne so, una tua rubrica, magari in un giornale famoso.
RispondiElimina"Dio li perdoni perchè non sanno quello che fanno" direi a grande capa. Ha fatto un grande errore di valutazione a non aver cercato di conciliare i vostri caratteri.
Lei ha perso qualcosa, tu "non ti curar di loro ma guarda e passa". Guarda, passa e scrivi.
Con Affetto un amico virtuale, che ha messo ormai il tuo blog nella barra dei preferiti da tempo e che ti stima dal profondo.
Ti abbraccio.
Ora puoi dirlo che vendevi la fuffa alle persone in carne!!!
RispondiEliminasi inzia con la cattiva pubblicità...insceni un presunto avvelenamento di pastiglie dimagranti e la chiusura vien da sè!
Io sono per le scenate dove ci si urla le cose peggiori e ci si tira i capelli, se intendi farlo dimmelo che vengo con una telecamera! Adoro il CAT FIGHT!
Diceva la nonna : "tanti su i chianati e tanti su i scinnuti" Alla grande capa auguriamo non salite , ma una discesa ripida e in sella ad una bicicletta senza freni...
RispondiEliminaDovevi ricevere una impersonale lettera, non certo foriera di belle notizie, ma peccato che non l'avevi ancora ricevuta cosi come ogni giorno sei andata al lavoro e sei stata messa alla porta,nel modo peggiore, che altro modo peggiore non trovo. Vorrei ricordare a qualcuno che ogni lavoratore ha un nome e cognome, una vita, un eventuale mutuo da pagare, degli impegni presi e perchè no, persino un gatto da mantenere. Per questo e per tutti i lavoratori senza volto devi nel tuo piccolo ridare dignità alle azioni, non basta come dice qualcuno ( anonimamente) dire Vaffa...ma cercare di sostenere i propri diritti. Per il resto non ti resta che sorridere, e trovare la tua strada, meglio ancora se di psicologascritticeumoristica, cosi noi tutti possiamo continuare a leggerti. E per questa volta permettimi di salutarti a modo mio: Hasta la victoria siempre!!!!
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