“Niente nonna gioco a sbattere piedi, voglio fare la ballerina di tip tap”
“Bugiarda! Sei con i pattini dentro casa! Rompi le piastrelle del pavimento! Vai in cortile!”
“Nonna, ti prego, metti via il manico di scopa, esco! Giuro!”Ognuno di noi viene al mondo con delle innate predisposizioni... io di certo non sono nata predisposta allo sport ma la mia famiglia però non mi ha di certo aiutata. Se ci aggiungiamo anche il complotto organizzatomi dai quattro venti siciliani è subito spiegato il motivo per cui, oggi, a ventisette anni, il mio unico sport sembra essere diventato salire le scale di casa (e con scarsi risultati, direi...).
Voi vi chiederete che cosa c’entrino i 4 venti siciliani e, se non abitate nei dintorni di Catania, vi chiederete soprattutto cosa siano.
Giuliacci, smettila di dondolare quella dannata penna e risolvi questo mistero meteorologico, ti prego!
- U Straventu (Stravento) è un tipo di vento molto forte e particolarmente freddo che non si sa come mai si abbatte su tutti i bambini siciliani solo ed esclusivamente quando le madri non vogliono che escano fuori a giocare.
- U Vilenu (Veleno) è un vento che soffia direttamente dalla Siberia alla Sicilia, per non si sa quale strano fenomeno atmosferico, e che impedisce qualsivoglia tipo di uscita... per cui quando soffia U Vilenu significa che non solo non esci a giocare in cortile ma che non esci nemmeno per andare alla festa di compleanno della tua migliore amica.
- A ‘Uoria (Arietta) è un venticello fresco che impedisce qualsivoglia tipo di movimento, perchè crea un’ inspiegabile reazione chimica con il sudore e ti fa venire la febbre dopo due secondi esatti (e non ti salva nemmeno la maglia in “fresco lana”).
- A Cappa o U Sciroccu (Scirocco) è un vento caldo e umido che impedisce anche il movimento di un solo arto perché fa sudare troppo e quindi, ovviamente, ti fa venire la febbre! Per cui quando c’è A Cappa devi stare seduto e immobile e sei stai zitto è anche meglio.
“Mamma voglio andare a pattinare!”
“Silvia tu a pattinare non ci vai più, alla pista di pattinaggio c’è U Straventu!”
“Mamma ma siamo in Sicilia, la terra del sole, lo stravento mica può durare per sempre!”
“Non ci vai! Oggi c’è u Vilenu! Non lo vedi? Pensa a studiare!”
“Mamma ma i venti non si vedono! Ci posso andare almeno a giugno quando finisce la scuola?”
“A giugno c’è A ‘Uoria, ti viene la febbre se sudi!
“E ad agosto? Quando ci sono trenta gradi?”
“Ad agosto c’è A Cappa, con quel caldo come fai a pattinare??”
“Mamma ma la maestra ha detto che in Sicilia il clima è mite e si coltivano le barbabietole da zucchero!”
“E allora non ci vai perché ti vengono le gambe storte!”
“Mamma ma non devo giocare a calcio con i pattini!”
“E allora non ci vai perché ti vengono le gambe muscolose come un maschio!”
“Non posso fare come Lady Oscar che si comporta da femmina solo quando va al ballo?”
“Ora te la butto quella televisione, vai a giocare invece di guardare quelle schifezze!”
“Allora gioco con i pattini... l’hai detto tu!!!”
Ci ho provato in tutti i modi a coltivare questa mia passione per le rotelle sotto i piedi ma mia madre proprio non mi stava a sentire. Certo è che non potevo mica passare tutta la mia infanzia a leggere libri per bambini, ad aspettare che fosse mercoledì per comprare topolino e a sciropparmi pomeriggi interi di cartoni animati!
Mi dovevo muovere un po’!
L’idea per il prossimo sport a cui dedicarmi venne quindi proprio da un cartone animato: una volta appesi i pattini al chiodo cosa mi rimaneva se non bim bum bam?
Anche mia madre fu d’accordo perché la scelta verteva su uno sport da praticare tra le quattro mura di una palestra! Quindi niente venti anomali e niente influenze pandemiche che si abbattono solo su bambini siciliani!
Ma quando ero piccola io trasmettevano almeno una manciata di cartoni animati che mi hanno rovinato la vita:
Candy Candy mi ha regalato un soprannome, e vi ho già raccontato questa triste storia.
Lovely Sara, il cartone animato preferito di mia nonna, mi ha fatto venire la depressione infantile. Ve la ricordate questa sfigatella orfana, trattata come una sguattera da tutti e messa a pelare le patate? Maledetti sfruttatori del lavoro minorile! Ogni volta che pelo le patate mi viene in mente lei poverina!
Lady Oscar mi ha fatto credere che essere sessualmente ambigui fosse figo.
Armoniosa Hilary mi ha fatto sperare che potessi avere un futuro nella ginnastica ritmica per poi sbattermi in faccia che la mia coordinazione motoria stava a zero e che mai e poi mai avrei potuto lanciare un cerchio e passarci dentro con una capriola.
“Proverai, salterai, danzerai (evviva)
lotterai, riuscirai se vorrai (evviva)
mai e poi mai cederai tu lo sai (evviva)
e così diverrai una campionessa
Hilary
Armoniosa Hilary”
Macchè campionessa!
Macchè armoniosa!
Macchè evviva!!!
Hilary tu mi prendi per i fondelli!
Il mio primo incontro ravvicinato con un nastro si è concluso con tre persone che cercavano di liberarmi, sembravo mummificata e avevo rischiato lo strangolamento.
La prima volta che ho cercato di far passare la palla dal capo di una mano all’altra attraverso il collo mi sono piegata così tanto che sono caduta in avanti come un peso morto facendomi un bernoccolo in mezzo alla fronte e la prima volta che ho tirato un cerchio e cercato di prenderlo dopo una ruota, non so come sia successo ma mi è caduto sulla nuca che quasi mi stava decapitando!
Ma siccome Hilary mi piaceva e siccome lei diceva che dovevo lottare e alla fine, se non avessi ceduto, ce l’avrei fatta decisi che era il caso di proseguire e, tra mille frustrazioni, arrivai al saggio di fine anno.
O meglio ci arrivai quasi ma alla vista del body con cui dovevo fare lo spettacolino mi sentii morire:
“Io non me la metto questa schifezza!”
“Perché?”
“Perché sembro una femmina!”
“Ma tu sei femmina!”
“Ma Lady Oscar non se la metterebbe mai questa roba!”
“Ma Hilary si!”
“Va bene ma adesso voglio fare Lady Oscar!”
“Silvia scordati che te ne vai a fare la presa della Bastiglia! Non ti ci mando sai!!”
“Perché mammina, c’è U Straventu anche a Parigi???”
Mi hanno rovinata quei pomeriggi davanti alla tv!
Mamma perché non mi hai lasciata pattinare?
Silvia
AHAHAHAH spettacolari i tuoi racconti...non pensavo però avessi avuto un infanzia cosi "movimentata"!!!!!!!
RispondiEliminaBeh visto che adesso sei zoppa, perchè non provi con la sedia a rotelle? così sei immobile e se c'è "stravento" non hai bisogno di qualcuno che ti spinga!!!!
RispondiEliminaVolevo scrivere un post proprio sull'essere zoppi, mi sa che dopo questo consiglio, Portinaio, ci rientri anche tu nel post! ehehe
RispondiEliminaChe strana sensazione vedere che la piccola candy è cresciuta e si è innamorata di Omero.
RispondiEliminaDove è finita la piccola fotocopia di noi tutti nascosta dietro un viso angelico?
Ma sei proprio tu ? La stessa bambina che per attirare l’attenzione mi ha rovinato una giornata
di mare perfetto decidendo di aspettare una domenica intera per nascere di Lunedi’ : solo per risultare ricca di fantasia , di interessi , sognatrici e …lunatica? E mi viene il sospetto solo, per evitare di essere calma e serena come i nati della Domenica? Sei tu la stessa nipote che da piccola prima di rompere qualcosa decideva con apparente calma , ma io direi con moderata perfidia : “etto si” etto no” “ etto si ” .
Ebbene sei tu e sai cosa mi da la certezza assoluta : il mio armadio ad ante scorrevole . Anche io sono capace di alzarmi dal letto se le ante del mio armadio scorrevole non sono perfettamente chiuse. Oddio sei proprio mia nipote. Ma si dai Silvia forza , continua a scrivere : “ Si può vivere con questo disturbo! “ Ma non si può vivere in un Italia cosi arrogante e poco ospitale.
Zietta questo commento andava con l'altro post, ma siccome è il commento più bello che mi sia stato lasciato lo pubblico anche se è sotto il post sbagliato!
RispondiEliminaGrazie Zietta, sei sempre la migliore!