lunedì 18 gennaio 2010

Terra Nera e Neve Bianca.


Catania 18 gennaio 2010

Via da Rosarno chi di cognome fa “Nero”. Perché in questa Italia il colore della pelle designa un’identità e ti fa vincere una pallottola, che almeno qualcosa la vinci.
No Nero! Non sei ignorato, per te abbiamo pallottole e spranghe.



Ti sparo, ergo tu esisti.
E questo deve bastarti.

E se lo Stato ti ha ignorato, a farti sentire che esisti ci hanno pensato cittadini morsi nella stretta di quell’aracnide che è l’ignoranza, che tesse intorno a sé una ragnatela fitta dentro la quale il mondo non lo vedi, o se lo vedi, lo vedi distorto, perché sei condannato a morte e il ragno si avvicina e non c’è via di fuga e in quella condizione che vuoi vedere, che vuoi capire?
Che se si morisse davvero di quella non sarebbe certo male.
Ma l’ignoranza è tra le malattie più subdole: non uccide chi ne è portatore ma chi vi orbita nei paraggi.
“Dov’è questa mafia di cui parlate? Non esiste!”
“No! Gli italiani non sono razzisti!”

Nero.
Nero come la notte, pericolosa per la sopravvivenza della specie, dall’inizio dei tempi, fino ad ora.
Nero come la morte, che il corpo lo rende nero. Non bianco. Quindi Bianco rassegnati, sarai Nero come Loro.
Nero come il vestito del lutto. Per questo se sei Nero sei già morto. Poche storie.
Nero come nulla di buono.
E allora Nero, tu non sei nulla di buono.
La tua pelle ha scelto per te.
Rassegnati e curva la tua schiena sui pomodori o sulle arance, chissenefrega, che la terra le tue mani non le sporca, le nostre bianche mani invece si.
Pallottole e spranghe, contro il Nero, che il rosso del sangue è un colore caldo, e anche il sangue è caldo.
Rosso, che è il colore dell’amore, del sole al tramonto, della passione e del cuore.
Rosso per combattere il Nero, che diciamocelo pure... che cavolo di colore è il nero? Vuoi mettere col rosso, vuoi mettere col bianco?

Fieri del nostro bianco, che non a caso è il colore del nulla.
Vai sui campi Nero e raccogli l’odio del Bianco, ogni pomodoro un grammo di odio.
E quando intorno avrai chili di pomodori avrai anche chili d’odio.
I chili d’odio che non sappiamo gestire. E allora pensaci tu, che il lavoro sporco non ci piace.
E se non ce la fai più e incendi una macchina sei tu che hai raccolto i pomodori geneticamente modificati con l’odio. Se spacchi le vetrine dei negozi e incendi i cassonetti è colpa tua che hai raccolto i pomodori della discordia.
Chi ti ha detto di farlo? La ‘ndrangheta non esiste!
Rubi il nostro lavoro, Nero.
A raccogliere i pomodori volevamo andarci noi.
Solo che poi siamo finiti a fare i parlamentari, a fare i politici e i sindacalisti.
Eppure potevamo farti compagnia sui campi. Avremmo mangiato dalla stessa pentola la minestra dell’integrazione e avremmo bevuto dalla stessa borraccia l’acqua della tolleranza e avremmo asciugato con lo stesso telo il sudore dello sfruttamento.
E oggi saremmo tutti grigi.
E invece siamo ancora Neri e Bianchi.
Siamo ancora Terra Nera e Neve Bianca.
E tu, Bianco, sei Neve e non c’è modo di sistemare questa cosa. Sei Neve e non vuoi diventare acqua, perché l’acqua è inodore, insapore e inconsistente. Sei neve e sarai acqua. Nessun compromesso. Sei acqua e sei inconsistente.

Silvia.

11 commenti:

  1. Tuo fratello, che voleva la pelle nera18 gennaio 2010 alle ore 19:25

    "Vorrei la pelle nera", come diceva qualcuno. Sicuramente meglio dell'inconsistenza del bianco. Che poi diciamocela tutta, il bianco è pacchiano.
    Ormai usano espressioni come "fare pulizia". Si, fare pulizia. Come se il nero fosse sporcizia, e noi fossimo lo smacchiante. Non la usano più la scusa del lavoro, in fondo lo sanno che non ci rubano proprio niente, i neri. L'italiano non vuole mica raccogliere pomodori, l'italiana non vuole mica fare la badante. Sono lavori indegni. Diamoli ai neri, questi lavori, e paghiamoli venti euro per quindici ore di lavoro giornaliere. Se non gli sta bene, gli spariamo. Siamo stati fin troppo tolleranti (cit. Maroni).
    E' così che si ragiona, in questa italietta di omertosi, evasori fiscali, assassini che diventano eroi, veline e prostitute.

    RispondiElimina
  2. "Siamo ancora Terra Nera e Neve Bianca.
    E tu, Bianco, sei Neve e non c’è modo di sistemare questa cosa. Sei Neve e non vuoi diventare acqua, perché l’acqua è inodore, insapore e inconsistente. Sei neve e sarai acqua. Nessun compromesso. Sei acqua e sei inconsistente"

    SEI POESIA, SILVIA, NESSUN COMPROMESSO.

    RispondiElimina
  3. Leggendo le tue parole ho sentito l'indignazione, la rabbia, la forza e mi viene in mente la rabbia che provo quando sono insoddisfatto di qualcosa e non riesco a cambiarla, la rabbia che provo davanti ad un Paese che non mi piace e alla difficoltà di vederlo andare avanti.
    Non mi è mai piaciuto il freddo, non ho mai amato la neve.

    RispondiElimina
  4. Comunque la razza unama ha la caratteristica di essere uguale in tutti i colori della pelle !!
    e' la storia del mondo che si ripete perche non lo abbiamo ancora imparata!!
    Mi vergogno di vedere persone trattate come bestie!
    Mi vergogno di vivere in un mondo civile che non sappia aiutare chi soffre!!

    Comunque sei sempre fantastica !!!

    RispondiElimina
  5. Cari ragazzi, purtroppo i fatti di Rosario non possono essere considerati un episodio periferico ed isolato, ma sono lo specchio di una società che ha smarrito i propri codici di civiltà ed accoglienza e direi persino della democrazia. Gravi sono le responsabilità della politica di oggi che ha sdoganato il lessico della xenofobia e ha aperto spazi per la “ caccia all’uomo” . Noi non possiamo e non vogliamo arrenderci al degrado della nostra società. Dobbiamo mobilitarci per spezzare la catena della violenza e per recuperare i sentimenti di solidarietà . Voi giovani siete ancora in grado di dire parole di pace e di tolleranza. Fatelo in tutte le piazze e in tutte le strade, urlate le vostre parole di pace e di solidarietà !!!

    RispondiElimina
  6. Finalmente un post che posso commentare anche io. Una bella sorpresa vedere il tuo scritto che affronta un problema della società che oggi ci ritroviamo, pur avendo lottato una vita per i diritti civili, contro il razzismo e per l'uguaglianza. La nostra generazione non c'è riuscita, ma almeno ci abbiamo provato e abbiamo combattutto per una società più giusta. Ora tocca a voi avere la consapevolezza che le cose possono ancora cambiare con l'impegno.Voi giovani potete e dovete fare di piu.
    Continua così, con affetto!!! Lofi

    RispondiElimina
  7. Grigio è un bel colore, un colore di sintesi che contiene tutti gli altri; pensaci: è come un arcobaleno. Come quell'arcobaleno di pace che io pensavo ci sarebbe stata per i miei figli, ritenendo, ingenuamente, che nel 2000 ci sarebbe stato spazio solo per macchine volanti , teletrasporti e che guerra e razzismo sarebbero stati solo storia. Invece tutto uguale, anzi peggio perchè almeno prima c'era speranza, protesta, oggi non so. Allora fai bene ad uscire dalla fila e colorarti di grigio. Forse ci marchieranno ma grigio è bello.

    RispondiElimina
  8. Tuo fratello, sorpreso20 gennaio 2010 alle ore 15:39

    Aspetta, aspetta! Non ci posso credere! Lofi ha commentato??
    Silvia sei riuscita in un'impresa impossibile, non solo hai fatto avvicinare Salvo al pc, ma sei riuscita anche a farlo commentare. Io nel mio vecchio blog scrivevo di politica e attualità almeno un post su tre, e quel blog non l'hai mai neanche guardato. Ti ammiro, sorella.

    RispondiElimina
  9. @ lofi: sono immensamente lusingata dal tuo incontro ravvicinato del terzo tipo col corpo alieno del pc e col mio blog. Speriamo in una continua futura collaborazione tra umani e corpi extraterresti.

    @ Io padre: Noi siamo dei bellissimi grigi di famiglia. E io ne vado fiera, in realtà forse siamo nati tutti brizzolati noi Pittera! E il brizzolato ha il suo fascino, lo sanno tutti.

    @ Tuo Fratello, sorpreso: Ho delle potenzialità infinite, pare. Mi ammiro da sola per aver portato a termine questa impresa eccezionale. Il mio Ego cresce, sono in cerca di una villa di 20 vani, nel mio bivani non ci entra più!

    RispondiElimina
  10. Anche io come tanti sono rimasta atterrita dai fatti di Rosarno, ho pensato alle vite di tutti quegli uomini, al fatto che noi ce ne freghiamo, li ignoriamo finchè non si fanno sentire loro che, come ha detto Saviano, sono la parte sana. P$erchè almeno loro si ribellano ai diritti umani calpestati, alla mafia che gli italiani intervistati dicono che non esiste.
    E' stato bello trovare un tuo post su questo argomento.
    E se posso dirtelo... è uno dei più belli...

    RispondiElimina
  11. Tuo fratello, che voleva la pelle ner22 aprile 2010 alle ore 19:57

    Postato lunedì 18 gennaio 2010 19.25.02

    "Vorrei la pelle nera", come diceva qualcuno. Sicuramente meglio dell'inconsistenza del bianco. Che poi diciamocela tutta, il bianco è pacchiano.
    Ormai usano espressioni come "fare pulizia". Si, fare pulizia. Come se il nero fosse sporcizia, e noi fossimo lo smacchiante. Non la usano più la scusa del lavoro, in fondo lo sanno che non ci rubano proprio niente, i neri. L'italiano non vuole mica raccogliere pomodori, l'italiana non vuole mica fare la badante. Sono lavori indegni. Diamoli ai neri, questi lavori, e paghiamoli venti euro per quindici ore di lavoro giornaliere. Se non gli sta bene, gli spariamo. Siamo stati fin troppo tolleranti (cit. Maroni).
    E' così che si ragiona, in questa italietta di omertosi, evasori fiscali, assassini che diventano eroi, veline e prostitute.

    RispondiElimina

LinkWithin

Related Posts with Thumbnails