mercoledì 19 agosto 2009

Jeg elsker dig København (Copenhagen ti amo!)


Cab Inn Hotel, Copenhagen 18/08/09.

La sveglia ci ha deliziati col suo suono paradisiaco abbastanza presto, ma non ci ha colti impreparati... era troppa l'adrenalina di vedere un posto nuovo che ci eravamo già svegliati da soli e poi... avevamo un problema: la Bulgara!
Obiettivo della mattinata: uscire dall'hotel senza farsi incastrare da quella fulminata plurilaureata, multilingue pseudo-Madonna anni '80. Ci prepariamo velocemente e lasciamo la nostra stanza.

Attivare modalità ladro d'appartamento guardingo e strisciante.
Per arrivare alle scale e raggiungere la sala colazione bisogna passare di fronte la porta della sua stanza. Vietato proferir parola finchè non arriviamo al piano di sotto.
Scampato pericolo, siamo di fronte alla nostra sospirata colazione.
Attivare modalità mangia con ingordigia e corri via più veloce di Mennea.
Primo boccone, giù un sorso di thè, secondo boccone, terzo boccone... la Bulgara... 4 boccone Oh Nooooo!!!
L.B.: ciao Marco, ciao Silvia,
M e S (in coro) Ciao! [fanculo! fanculo! fanculo!]
L.B.: Io pensavo di fare giro di canali su battello, andiamo insieme?
[Andiamo insieme??? Si si così ti buttiamo giù dal battello e ti affoghiamo nelle acque gelide del Mar Baltico. Dai andiamo che magari poi la Sirenetta ti salva...]
Mentre io faccio pensieri da killer violento alla Tarantino, Marco cerca di mostrarsi gentile preoccupandosi di aiutarla a trovare il posto da cui parte il giro dei canali, ad un certo punto le consiglia perfino una compagnia di questi battelli che fa il tour con la spiegazione in italiano, ma quella la spiegazione la vuole in francese o in greco perchè tra le 15 lingue che parla sono quelle che conosce meglio...
Ma come non erano 12??? e poi non erano diventate 10???
Comunque sia alla fine Marco salva la nostra mattinata declinando l'invito e specificando che avremmo preferito fare un giro in centro (non ci attraeva molto il giro col battello -le dice- è troppo da turista attempato).
Tièèèè fregata... bravo Marco!!!
La Bulgara si prepara un fagottino con dentro il pranzo rubato tra le portate della colazione internazionale e si allontana senza rinunciare a deliziarci prima con la spiegazione delle sue losche abitudini mattutine: beve un cucchiaino d'olio appena alzata perchè depura [Oh Dio che schifezza di modo per iniziare la giornata!] e ci spiega che è un'antica usanza giapponese; poi si cosparge il viso con una crema proveniente da non so quale parte del mondo che le lascia il viso lucido, tendente al bianco e unto come un'insalatiera di plastica che la puoi anche lavare 100 volte ma rimane sempre viscida. Infine fa fare ginnastica ai muscoli del viso e non chiedetemi come fa, vi prego!
Finalmente se ne va.
Ci sentiamo anche un pò in colpa, in fondo tutte le balle che racconta le racconta con infinita gentilezza. Ma che dico!! E' una subdola signora di mezza età , con le unghie tinte di tre colori diversi, appicicosa come la birra che si rovescia sul pavimento un paio d'ore dopo, truffatrice e anche un pò invaghita di Marco.
Va bè... Copenhagen, siamo soli, arriviamo!!!!
Usciti dall'albergo cominciamo a camminare a piedi verso il centro: Copenhagen è una città estremamente pulita e ordinata, è davvero a misura d'uomo, ci sono pochissime auto soppiantate da distese infinite di biciclette vecchie (la più nuova ha il telaio del 15-18). E' piena di bei palazzi e di canali con delle adorabili anatre che io ho chiamato per tutto il tempo paperelle e, nonostante il cielo sia sempre grigio, mette allegria per i colori vivaci delle case che danno sui canali. Tutti sono gentili e appena ti vedono con la cartina in mano si premurano di aiutarti meglio che possono: ogni tanto ti fanno sentire anche un pò ritardato perchè vengono a spiegarti da dove devi andare prima ancora che tu lo chieda.
Un capitolo a parte va dedicato alle donne.
Marco si guardava intorno come se non ne avesse mai vista una, mentre parlavamo perdeva il filo del discorso per voltarsi e guardare una di queste ninfe bionde attraversare la strada in bici con su solo dei mini-abiti svolazzanti. Un esercito di lolite sulle due ruote! Ma come dargli torto... il filo di un paio di discorsi l'ho perso pure io!!
Il giochino era quindi diventato quello di trovarne una veramente brutta: ci abbiamo rinunciato dopo un paio d'ore.... era meglio trovare l'ago nel pagliaio.
La giornata trascorre tranquilla tra shopping per le vie del centro e pause ristoratrici alla ricerca di un caffè che avesse anche solo lontanamente il sapore di quello italiano.
Ristorante Vesuvio
Entriamo, qui ci faranno di sicuro un caffè italiano!!!
Oh mamma che buono!
Oh mamma non ci verremo mai più!!! l'equivalente di 9 euro in DDK per due espressi! Ma non sono danesi i truffatori. Il ristorante era di un accogliente e gentile napoletano... e io non voglio commentare visto che anche nelle mie vene scorre sangue del sud.

Ohhhhhhhhhh noooooooo!!! è lei!!!!! La Bulgara ci ha trovato con i suoi devastanti poteri da strega!!!! Come ha fatto ad incontrarci per puro caso??? E' una strega!!! Lo sapevo, lo sapevo... non è solo pallonara!!!
Dio deve averci punito per qualcosa che abbiamo fatto. E questa volta l'arte di Marco di essere sempre gentile e sgattaiolare via prima che ci accolga nella sua ragnatela non funziona. Per togliercela dalle scatole dobbiamo prometterle che l'avremmo portata uno di questi giorni in Svezia con noi, subito dopo sarebbe ripartita e noi avremmo finalmente espiato la nostra pena e potuto proseguire in pace la nostra vacanza.
Dio ti prego, la penitenza la prossima volta non farmela scontare proprio durante le ferie!

Silvia

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