Gli esseri umani vengono al mondo con poca roba in dotazione. Hanno abbondanti lacrime, pochi capelli, un cordone ombelicale (che dal momento in cui la testa viene fuori dal grembo materno non serve più a niente) e delle unghie troppo deboli per difendersi dalla vita. Troppo deboli anche per aggrapparsi alla vita stessa.
Dio li prende e li spedisce sulla Terra così, senza niente addosso, sporchi e infreddoliti.
Ora, se io compro un forno a microonde ci trovo dentro un libretto d’istruzioni. Se compro un uovo Kinder ci trovo una sorpresa e un foglietto illustrativo per montarla.
Lavatrice: libretto d’istruzioni.
Libreria: foglietto illustrativo per metterla in piedi.
E così via…
Insomma… foglietti illustrativi e libretti d’istruzioni si sprecano per tutto. E spesso li snobbi, pure, convinta come sei che ce la farai anche senza.
Ecco il motivo per cui io, per esempio, non ho mai capito come far funzionare bene il mio microonde.
Per gli esseri umani invece no. Dio, l’essere perfetto, s’è dimenticato di allegarlo.
Così succede che certi giorni cerchi di capire come funziona qualcuno. Ti dimeni nel tentativo di trovare un barlume di coerenza nei suoi comportamenti. Attivi ogni collegamento neuronale per cercare di comprendere un atteggiamento, una scelta. Ma niente, non ce la fai.
Vorresti un libretto d’istruzioni, allora. Quello lo leggeresti, mica lo metteresti via dentro un cassetto come hai fatto con quello del forno! In quello cercheresti risposte e le avresti, magari. E metteresti facilmente a riposo le sinapsi, con grande compiacimento di ogni neurotrasmettitore che penserebbe a lungo a dove farsi una vacanza. E invece niente.
In alternativa prenderesti il tuo libretto e lo sfoglieresti fino a trovare il tasto "reset". E ti resetteresti, certo. Torneresti indietro di una manciata di giorni, di anni, di epoche, di vite forse. Torneresti a quel pomeriggio di sole e mare in una spiaggia arsa. Quando avevi un cappello bianco e i capelli ti scendevano male sul viso perché c’era troppo vento e il sorriso nella foto che ti stavano scattando rischiava veramente di non vedersi bene. Ed era un peccato. Proprio un vero peccato… perché sorridevi tanto, forse troppo. Torneresti a quell’istante e schiacceresti sul fermo immagine per rimanere là e non vivere più niente. Sceglieresti quel giorno perché ti serve un’altra vita in una spiaggia bianca, un’altra vita tutta nuova in un posto lontano che non profuma di limoni e granite e fumo dell’Etna e scogli neri e residui di sale sulla pelle e nel cuore.
Certe sere nel libretto d’istruzione cercheresti il tasto “off” e ti spegneresti, certo, che combattere contro l’insonnia non è mai piaciuto a nessuno. E’ un nemico silenzioso che non vedi, un nemico che ti sferra un colpo mortale alle spalle e tu dietro la testa non hai occhi per accorgerti di lui e scansarti. E il sonno verrebbe, finalmente, e si insinuerebbe in ogni angolo concavo di quel tuo corpo stanco giù per le lenzuola e su nel cuscino, come una cosa liquida che si propaga tutt’intorno e poi t’annega. Lentamente.
Ma non c’è nessun tasto “reset”. Nessun tasto “off”. Non c’è modo di capire e nemmeno di dimenticare.
Ti rimane solo da aprire una pagina di word e scrivere.
E scrivi cose come questa:
“E’ che abbiamo corso troppo.
Corso, corso e tenuto gli occhi chiusi,
che abbiamo pensato d’avere solo sorrisi e ancora c’erano lacrime.
E’ che io ho respirato la stessa aria che poco prima era nei tuoi polmoni
per X giorni e X notti.
per X giorni e X notti.
E al risveglio ci mettevo sempre un po’ a capire
dove finiva il tuo corpo e iniziava il mio.
dove finiva il tuo corpo e iniziava il mio.
E’ che abbiamo finito col fonderci.
E poi qualcosa è andato storto: quando ci siamo solidificati non eravamo insieme”.
Quando finisci di scriverle le rileggi e le evidenzi e clicchi su “Canc”. E va via solo il testo, l’emozione no. E così te la prendi con chi lassù s’è dimenticato di allegare quel libretto e t’ha mandato nel mondo come si fa con un toro in un’arena gremita di gente che gli urla contro e lo vuole morto. Solo che tu del toro non hai nemmeno le corna, hai solo unghie. E le unghie, per quanto tu possa affilarle, smaltarle e rinforzarle con gel colorato e chic, non saranno mai abbastanza per far fronte a questa vita.
Poi guardi l’orologio: 4:20 am. Spegni il portatile, ti metti a letto. Non dormi. Non preghi. Però t’immagini come sarebbe trovarsi al cospetto del Dio smemorato, immagini che gli diresti: “Caro Dio, scusami se ti disturbo a quest’ora della notte. Sono sicura che nemmeno tu dormi, che hai tante cose a cui pensare e tante cose da sistemare. Io non voglio certo sostituirmi a te però, ecco, magari allegando un libretto d’istruzioni ad ogni essere umano forse adesso io e te dormiremmo sonni tranquilli. Caro Dio magari, ecco, se mi facessi avere un paio di quei libretti io non starei qui a reclamare la tua attenzione e tu potresti dedicarti ad altro. Caro Dio magari, ecco, ti sembrerò presuntuosa, però credo che dovresti seguire il mio consiglio. Se proprio non lo vuoi fare concedimi almeno il sonno, perché se non mi mandi il sonno io mi immagino inverosimili dialoghi con te e pare che il delirio che ti prende quando dormi poco abbia qualcosa in comune con la psicosi. E io non sono pazza, Dio, sono solo sprovvista di libretto e sono sicura che tu non abbia più voglia di starmi ad ascoltare almeno quanto io non ne ho più di stare qui a parlare con te. Perciò facciamoci questo favore”.
Quando hai finito di scrivere sono le 5 del mattino. Dio posa una mano sui tuoi occhi e t’addormenta.
Intanto si preoccupa di far sorgere anche il sole.
T’ha ascoltato, è vero. Ma ci ha messo un po’ prima d’accontentarti.
Sicuramente aveva cose più importanti da fare, ti dici. Ci sono sempre cose più importanti.
Ci sono sempre persone più importanti. Il cuore umano ha tanti primi posti. Sgomitare è da idioti.
Silvia 22/05/2010
Silvia 22/05/2010
Sgomitare è da idioti, forse hai ragione. Ma a volte è l'unico modo per avere ciò che si vuole. Niente ti viene offerto su un piatto d'argento. Ciò che vogliamo ce lo dobbiamo andare a prendere.
RispondiEliminaTu comunque sei sempre eccezionale. Quelle poche righe in corsivo, queste in particolare: "E’ che abbiamo finito col fonderci.E poi qualcosa è andato storto: quando ci siamo solidificati non eravamo insieme” sono come al solito un brandello di poesia.
Ancora Anonimo.
Credo che se un giorno quel Dio decidera`di spedirci sulla Terra con una confezione regalo e un piccolo decalogo annesso (10 tips for a best use!) beh credo che ognuno di noi avra`il dovere di strapparlo, mancandoGLI pure di rispetto,perche` no.. Questo mi riconduce alla scena di un bellissimo film ,CODICE D'ONORE, in cui in un processo militare l` accusa chiede all`imputato , un caporale, mostrandogli un "manuale" , di individuargli il paragrafo in cui si evince quale sia l`ora e il luogo del rancio . L` accusato risponde che non ci stava proprio scritto su e che probabilmente ne era venuto a conoscenza seguendo qualcun altro.. Silviuzza, questa volta sono in disaccordo.Non tutto ci e` dato sapere.. E poi,immagini un mondo di Super-Vicky?!
RispondiEliminaCio` che chiedi e` superfluo e limitante.Nessun ON e OFF.
Una volta mi dicesti che non bisogna sfuggire il dolore. È l`unico modo per fortificarsi e per superare le delusioni.
@ Ancora Anonimo: Certe volte quel che vogliamo ce lo dobbiamo andare a prendere. Altre volte invece no. Altre volte ci si mette in un angolo e si incassa il colpo. E dall'angolo non si sgomita per il centro perchè magari nell'angolo ci sei perchè devi imparare qualcosa. Se hai fatto degli errori e sei nell'angolo é dall'angolo che devi apprendere altrimenti va a finire che l'errore lo rifarai, tra una settimana, un mese, un anno, dieci anni.
RispondiElimina@ IL DANDY: ti dirò che anche io dissento, in fondo, da quello che ho scritto. Non vorrei avere un libretto di istruzioni per tutti. Non ci sarebbe più nessuna sorpresa a regalarti una gioia vera. Però, mio caro amico, certe notti, di fronte a certe cose, credimi che un libretto lo vorresti eccome. Anche solo per dormire. Perchè il dolore fortifica, siamo d'accordo... ma se ti porta un'insonnia funesta prima che ti fortifichi non avrai mai abbastanza ore di sonno da poterti permettere di essere forte.
Si, qualche libretto lo vorrei... ma solo perchè sono tanto stanca.
Anche a me piacerebbe avere un libretto di istruzioni, ma non tanto per capire "come" funziona il mondo, che poi tanto difficile capirsi non è. Mi piacerebbe capire "perchè" esso funziona, o non funziona, quello si che mi piacerebbe capirlo. Quindi se incontri Dio, la prossima notte di veglia, chiedigli anche questo da parte di mia.
RispondiEliminaMi vuoi sposare Silvia? Sul serio.
RispondiElimina@ Alex 79: Questo blog mi ha portato a conoscere alcune persone e a ritrovarne altre che credevo perdute. Ha fatto un sacco di miracoli. Trovare marito potrebbe essere uno di quei miracoli. C'è solo un problema: tu sai un sacco di cose di me perchè le hai lette, io di te so a stento che sei un avvocato e vivi a Palermo. E so anche che io a Palermo non mi voglio trasferire! La domanda è: saresti tu disposto a diventar catanese? Se si giuro che prenderò in considerazione la tua proposta. Ma tu sei proprio sicuro? Ti sei innamorato del mio modo di scrivere ma poi che ne sai di come sono realmente? Metti che io sia antipatica e snob, poi come la mettiamo?
RispondiEliminaIo ti consiglio di rivedere la tua proposta. Fai tu.
Antipatica e snob? Impossibile, non saresti in grado di scrivere quello che scrivi. Mi pare più che altro che tu sia simpatica e profonda, sensibile, ironica e autoironica. Io vedo solo pregi. Avrai sicuramente i tuoi difetti ma credo che siano ben compensati. E poi sei bella, che non guasta. Lo so perchè anche se non sono su facebook le tue foto sono in parte visibili. Non mi serve sapere altro quindi.
RispondiEliminaTrasferirsi a Catania? Certo. Cosa non si fa per amore! ehehehe
Ironia, proposte di matrimonio e gioco a parte volevo dirti che rimango impressionato dalle cose che scrivi, da quelle frasi in corsivo. Esistono molti modi d'amare. Io vorrei essere amato in quel modo.
Bando alle chiacchiere e allo scambio di fedi dunque: sei brava. Molto.
il famoso libretto di istruzioni...quello che ci aiuterebbe nelle scelte dolorose, che non sono difficili da prendere ma che fanno molto male....quel manuale insignificante che ci direbbe cosa dire o fare al momento più opportuno...quelle righe scritte da qualche essere saccente che però non ci farebbero sbagliare...e mi dispiace amaramente ammetterlo, ma è dai nostri "errori sbagliati e non" che riusciamo a capire lungo il percorso cosa è più adatto a noi...cosa realmente vogliamo e cosa no...quel maledetto libretto che potrebbe tenerci lontano da quei fuochi che ardono l'anima, ma che non lasciano traccia alcuna..e ci vuole tempo per risanare ogni ferita...e purtroppo come in tutti i manuali d'istruzione non c'è una risposta a tutto...c'è una piccola nota che cita "per assistenza tecnica chiamare il numero verde"....ecco noi siamo la famosa assistenza tecnica...ognuno a modo suo...a suo tempo...
RispondiEliminarileggendo sembra effettivamente un delirio psicotico...ma "ti confido un segreto TUTTI I MIGLIORI SONO PAZZI..."
ti voglio bene...
@migliore amica: io non solo ti voglio bene. Ti adoro.
RispondiEliminaScegliere questo spazio, suona come un'irruzione. Ma non ne ho trovato uno più significativo. Non c'entro niente qua, e chiedo le mie scuse per questo. Non voglio prendermi la presunzione di sapere chissacchè. Ma questo blog mi sembra una finestra di sensazioni, in entrata ed uscita. Ed è di questo che io parlo.
RispondiEliminaAbbiamo qualcosa in comune: il credere che sgomitare sia tanto stupido quanto inutile, e dei pezzetti si speranza che ci hanno tenuto legate a qualcosa. Di diverso: sorrisi che non ho più da tempo. Si sta molto male da queste parti. Ma forse non mi hanno creduto abbastanza. Si sta male, tra un "torna" ed un "hai sbagliato a tornare"; tra un "riflettici, ti aspetto" durante una consumazione di passioni nuova. Un "proviamoci" ed un "non ce la faccio, basta" e poi di nuovo "sì, ma adesso!". Per troppo tempo. Fino all'ultimo "vieni", ed un "meglio domani, forse c'è già qualcun altro su, meglio da un'altra parte". Eppure mi avevano assicurato (non senza insuccessi)che non ci fosse altro. Niente di più importante. Non fosse che mi fido delle mie sole sensazioni! Le uniche, su cui poter contare. Ma questa era solo una delle delusioni.
In comune anche il sonno perduto. Tra pianti, e mattutini conati. Nel ricordo di due occhi di fronte, impegnati nella razionalizzazione di come sistemare le cose domani... Quando non doveva essere necessario.
C'è un quadro in una stanza, dipinto con amore, ma ancora a terra e ribaltato, da troppo tempo. In fondo c'è il mio nome. E da questa parte, tanta tristezza, che forza la comunicazione di una decisone inattesa...
@Dall'altra parte: la mia risposta la trovi tra i messaggi privati di facebook.
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