lunedì 8 marzo 2010

Auguri Donne! La mimosa, i corpi, i volti e L'Omaccione di Riace.

Catania 8 marzo 2010

E quindi oggi è la festa della donna. Mimosa a go-go.
“Senti lavavetri equipaggiato di mimosa per l’occasione, va bene che sono una donna emancipata, ma ti pare che la mimosa me la compro da sola?? Ora non esageriamo!!!”


Io odio la festa della donna. “Che novità!!!” grideranno coloro che mi conoscono un pochetto. Si, è vero, io sono un po’ anticonformista: le feste comandate non mi piacciono. I regali comandati nemmeno. E se il regalo comandato è la mimosa mi piace ancora meno.

Chiariamolo subito: io adoro la mimosa. Trovo che sia un fiore grazioso, un piccolo batuffolo giallo, senza nessun petalo pretenzioso. Un fiore non-fiore, come certe donne non-donne i cui diritti più scontati agli occhi della civiltà occidentale sono negati. Senza appello. Ma che si regali la mimosa per celebrare la donna questo no! Insomma milioni di alberi di mimosa dilaniati, amputati, straziati, privati della loro chioma bionda. Adesso, donne, io mi chiedo (e vi chiedo): se vi tagliassero i capelli mentre dormite sareste contente? Perché è questo che succede al povero albero di mimosa nei giorni antecedenti la festa della donna: viene “rasato” senza che gli sia chiesto di firmare niente e quello, poveretto, inerme, non può opporsi.

E quindi visto che la giornata della donna esiste già io voglio anche la giornata dell’albero di mimosa, che ai diritti di quello non ci pensa nessuno: e così l’otto marzo viene crudelmente operato il genocidio degli alberi biondi. Sarà che se fossi un albero sarei senza dubbio un albero di mimosa (biondo lui bionda io… per forza discendenti dalla stessa stirpe dobbiamo essere!) che mi viene d’esser solidale col poveretto.
La mia proposta è la seguente: dal prossimo anno gli uomini faranno un’offerta per piantare un albero di mimosa e regaleranno alla loro donna una specie di attestato dell’avvenuta donazione.
Meno romantico ma molto più costruttivo.

E poi uomini, diciamocelo, che cavolo regalate le mimose che poi le vostre donne arrivate a sera si mettono l’abito più succinto che hanno, vi piantano sul divano di fronte alla play station, ed escono con le amiche per andare a ballare in un posto dove uomini molto più aitanti di voi e molto più svestiti di loro sculettano di fronte alle loro bocche bavose con su solo un perizomino imbarazzante? Regalate un paio di manette fetish e legatele al letto, piuttosto. E contribuite alla riproduzione della specie che come finalità è più nobile.

Ma bando alle ciance e all’ironia. La festa della donna non mi piace per tanti altri motivi.

“Celebrare” le conquiste sociali, politiche ed economiche di certe donne e “ricordare” le discriminazioni e le violenze di cui sono ancora oggi oggetto certe altre. Troppe altre. “Celebrare e ricordare”: questo è lo scopo. E andrebbe anche bene qualora quello che c’è da celebrare avesse più consistenza di quello che c’è da ricordare. 
Ma a mio avviso, no, non è così.

E non mi riferisco solo alla condizione della donna in Oriente: alla legge del figlio unico in Cina, al fatto che l’Arabia Saudita produca finalmente una propria auto e vieti alla donna di guidarla, al fatto che in molti paesi il voto alle donne sia ancora negato così come l’istruzione, al fatto che in Africa si pratichino comunemente mutilazioni genitali raccapriccianti... io mi riferisco a quello che succede in Italia, sotto questo cielo, insomma. Mi riferisco al modello di donna che la politica italiana, adeguatamente supportata dalla televisione, propone come modello vincente. Donne ridotte a corpi da consumare. Corpi ridotti a mezzi esclusivi per raggiungere i vertici del potere, del successo. Nell’Italia del Cavaliere che, con le sue dichiarazioni e con i suoi comportamenti, ostenta un machismo che sa di regressione al medioevo (quando i cavalieri c’erano eccome!!), il modello di donna vincente mette al bando la meritocrazia e l’esperienza:  ti serve un culo senza cellulite per ritrovarti una sera a cena nel luogo giusto, nella villa giusta, con la persona giusta. E la sera prima sei nel letto della persona giusta o magari lo massaggi in una Spa, la sera dopo sei in una lista per le elezioni, o in tv, che importa. L’importante è esserci. Del resto qualcuno (Vittorio Sgarbi lo scrivo piccolo, conforme alla sua statura morale) l’ha dichiarato circa un anno fa che: “Se uno scopa bene, governa bene” quindi, ecco, donne, perché non continuare a riflettere il vostro corpo entro lo specchio deformante del piacere virile dell’uomo potente?

Ma sono i volti botulinici delle donne che mi fanno più paura. Volti di donne che un tempo raccontavano storie nei rivoli di quelle rughe ormai cancellate da un bisturi che li omologa tutti, come maschere. Volti plastici e inespressivi dove la gioia è cancellata in un sorriso burattinesco e la rabbia è cancellata e basta, che serve di più un sorriso ostentato, forzato, irreale, per arrivare in alto. Volti di donne conformi alle norme.  E le norme le vogliono sempreverdi. E mi pare che questo sia ben lontano da quelle conquiste per cui le donne del sessantotto avevano lottato.

C’è aria di regressione in questi otto marzo che si susseguono.
E da festeggiare resta sempre meno.
Da ricordare sempre di più.
Di questo passo sarà più opportuno celebrare la giornata della memoria dei diritti delle donne, tristemente perduti nei meandri della logica di questo sistema che oggi, sempre di più, le riduce a mera pulsione, desiderio, corpo. C’è ancora da scegliere se stare nel gruppo delle “madonne” o in quello delle “puttane”, come diceva Freud, ed era l’ottocento... e oggi è il duemiladieci e non serve aggiungere altro a questa evidenza.

E le donne a questa logica si piegano in troppe. E quelle che non si piegano scalpitano in preda a femminismi talvolta forzati. Come quel gruppo di donne che ha gridato allo scandalo dopo la visione di questo spot:



“Eh no! La candida mimosa in mano all’omone nudo e palestrato non ci sta! Offende la nostra sensibilità e quella dei nostri uomini portatori di mimosa e pancetta insieme!”
Secondo il suddetto gruppo di donne, che si è rivolta al Codacons per protestare contro lo spot, il Bronzo di Riace, ignudo come mammà l’ha fatto, che reca in mano il mazzolin di mimosa, rimanda a un’immagine maschilista e banalizzante per la figura femminile: offensiva.
Io ho cercato di sentirmi offesa nell’immaginare lo Scultureo Omaccione che suona alla porta di casa mia e mi invita a visitare un museo dopo aver aspettato che io sistemi la mimosa dentro un vaso. E proprio non ci sono riuscita a sentirmi offesa perché di quel bronzo io ne conosco la storia. So che dietro quei muscoli e quegli organi genitali bene in vista c’è una filosofia, un’ideale di bellezza che trascende dalla sessualità, una cultura che anche se è perduta è alla base della nostra.

Ma le donne che si piegano alla logica della mercificazione del corpo hanno passato di certo più tempo a prendersi cura di quello più che della loro cultura e poi, ogni tanto, si ricordano d’aver anche un cervello, accantonano la vagina con la quale avevano ragionato fino ad allora, e giocano a far le femministe prendendo grandi scivoloni.

E quindi al Bronzo di Riace vorrei dire che l’aspetto stasera, di portarmi però la mimosa in versione torta, che non voglio contribuire all’immolazione dell’albero di mimosa a mo’ d’agnello sacrificale. E che la compri da Quaranta, a Catania, che la fanno divinamente.
“Ci mangiamo una fetta insieme e ce ne andiamo al museo. Scegli tu quale vogliamo visitare Omaccione di Riace, e mettiti su una maglia, santocielo, e un paio di jeans, perdio, prima che all’ingresso troviamo una di queste moderne femministe dalla sensibilità facilmente offendibile che ti prende per maniaco, grida allo scandalo e non ci fa entrare!”

Auguri a tutte le donne che possono scegliere di non piegarsi e non si sono piegate.
Auguri a tutte le donne che, nel duemiladieci, non hanno ancora il diritto di scegliere di non piegarsi.

Silvia.

9 commenti:

  1. Non c è`che dire....Brava, Brava, Brava...

    "donne, perché non continuare a riflettere il vostro corpo entro lo specchio deformante del piacere virile dell’uomo potente?"

    ..se questi sono gli effetti della 'Lucy in the Sky with Diamonds',(LSD), beh, continua a tirare!

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  2. Quanto è vero quello che scrivi, donne sempre più ridotte a oggetti, donne i cui corpi sono da loro stesse usati per farsi largo lungo la strada del successo e della politica. Uomini politici i cui incontri con giovani ragazze ospitate in ville lussuosissime o usate come massaggiatrici o come escort e basta sono diventati all'ordine del giorno. C'è ancora da scegliere se stare tra le puttane o le madonne, la categoria "donna" è ancora obliata. Questa è l'Italia in cui viviamo: veline, prostitute e politici magnacci.
    Del resto come dare torto a quelle donne piegate alla logica della mercificazione del corpo, se l'Italia, con i suo massimi esponenti ha presentato questo come unico modello possibile?
    Quello di cui rimane da compiacersi è che ci sono ancora donne capaci di far fare alla vagina il suo mestiere e usare il cervello per scrive post come quello che hai scritto tu.
    Ti leggo sempre con infinito piacere e adoro il modo con cui metti insieme ironia e profondità.
    Complimenti, come sempre.

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  3. Sei sempre la stessa bella persona che ricordo.
    Chissà se sarebbe bello come allora sedersi a parlare e dimenticarsi di tutto il resto.
    E del blog non lo sapevo.

    Ora e luogo (bastava allora e basta adesso a farmi riconoscere).

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  4. @ Ora e luogo: "Quanto sei ermetico: non sei Ungaretti, leggi Neruda, pure. Che un po' di sano romanticismo non ti farebbe certo male".
    Quanti anni sono passati? 1000? E "Ora e luogo",si, bastano ancora per farsi riconoscere.
    Singolare ritrovarsi così.
    Ce ne sarebbero cose di cui parlare.

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  5. Grazie pupetta, i migliori auguri che si potevano ricevere, per la festa della donna,sono arrivati da te e a fine serata. e sai cosa ho fatto dopo aver letto il tuo post?? Sono andata a casa ad aspettare che un " bronzo di Riace" sarebbe passato per portarmi al museo.....ma non ti dico come è finita, perchè ci deve essere sempre spazio per la fantasia!!!!

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  6. Diciamocela tutta, meglio un uomo dal petto scultoreo, specialmente se greco, che un mazzo di mimose. Mi ricordo come ai tempi del liceo parecchi ragazzi venivano armati, ogni 8 marzo, di forbici o coltello, giusto per depredare gli alberi di mimosa piantati vicino la scuola. Mimose che avevano due utilita: potevano essere regalate ad una ragazza, nella vana speranza di far colpo, o potevano essere regalate ad una professoressa, nella vana speranza di conquistarsi un bel voto.
    Che romanticismo scadente, non c'è più poesia.
    E si và avanti così, "io do qualcosa a te, e tu dai qualcosa a me", solo che ai piani più alti il prezzo da pagare è sempre più salato. Quindi grazie a tutte le donne che non si sono ancora piegate a questo sistema che le vuole rendere corpi senz'anima, o all'anti-sistema che le vede parodia del femminismo, quello vero. Questa è l'unica cosa da celebrare.

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  7. Io se vuoi ti regalo la Wii al posto delle mimose che dici?
    Almeno puoi giocare con Cooking Mama e la Wii fit!

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  8. L’8 Marzo, l’illusione della libertà delle donne
    L’argomento che tratti, mi sa di zucchero amaro, le donne che vogliono la loro libertà, parità e nel contempo si addolciscono con un po’ di mimosa , io condivido lo scempio inutile di queste bellissime piante, inoltre , condivido e accetto alcuni stati d’animo…
    Ma, Mi chiedo perché le donne non reagiscono alla situazione umiliante che c’è in Italia nei loro confronti?
    Meno soldi, servizi alle mamme inesistenti, contratti differenziati, trattamento sul lavoro discriminatorio, umiliazioni, ecc…
    Voglio pulire i loro occhi dalla sporcizia del finto benessere:
    - dalla parrucchiera tutte le settimane unita ad una dose di veleni il sabato sera
    - dal giro al centro commerciale col marito, invece di un pomeriggio tra sole donne per parlare
    del loro futuro
    - dai libri di serie z come Harmony, o le riviste come Chi, ecc.. che appiattiscono la figura della
    donna e degli uomini a figurine bidimensinali, con la sola funzione di avere finte famiglie
    modello o inciuciare con tizio e caio
    non aggiungo altro perché una buona parte l’hai descritta “benissimo” tu
    Bellissimo, invece il paradosso dei bronzi di Riace, è vero un invito, non si può negare se alla porta ci fosse uno di loro.

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  9. Che bello questo post, cara Silvia.
    Sarà un caso, ma anche le mimose inviate da me l'8 marzo non provenivano da alberi mutilati.
    Le invio, con ritardo, anche a te.

    E’ farfalla
    con ali di aquila
    il mio pensiero
    perché corra nel vento
    e porti mimosa di affetto
    sulla vetrata del tuo cuore.

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